Giorno 10: Loch Duich – Portree (Skye)

Sveglia e altra “full scottish breakfast” per cominciare bene… la giornata, sorprendentemente, pare asciutta, anche se il cielo plumbeo non promette niente di buono. Saluto la gentilissima signora del B&B e mi avvio verso l’isola di Skye, meta di oggi. Ma prima, almeno dall’esterno, approfitto della luce decente per qualche scatto al castello Eilean Donan sull’insenatura di Duich.

Arrivati sull’isola dal ponte, non si ha immediatamente alcuna impressione che cambi qualcosa, ma appena ci si addentra di qualche miglio, si rivelano gli scenari che hanno reso famosa quest’isola: brughiere che toccano il mare e si innalzano in picchi invisibili sopra le nuvole basse e paesini di cottage grigi e bianchi aggrappati alle scogliere.

Purtroppo, appena il tempo di addentrarsi, e la situazione meteo precipita. Ora piove che dio la manda, ma soprattutto si alza il vento… mi viene in mente Matteo quando diceva “in Scozia fa bel tempo quando piove quasi dritto”. Beh, ora piove quasi orizzontale… di foto non se ne parla proprio, e anche viaggiare diventa impegnativo.

Trovo fortunatamente rifugio alla distilleria Talisker, dove prenoto la visita guidata. Nel mentre, decido di mangiare un boccone, e trovo una genialata che solo a un britannico poteva venire in mente: l'”Oyster Shed” (che Chiara mi aveva raccomandato). Praticamente è una pescheria… che però consente di mangiare sul posto i prodotti (locali) appena comprati, dopo averli eventualmente consegnati al loro cuoco per la cottura. Spendo una cifra indicibile in ripetute portate di ostriche scozzesi, e un pensiero va al nonno, che ne sarebbe andato matto. Non resta che “finirle” con un Talisker invecchiato 10 anni, degustato alla fine del tour guidato.

Riparto rinfrancato nonostante il tempo sia perfino peggiore di prima e punto verso la parte nord dell’isola, la più selvaggia… ma non c’è verso di raggiungerla. Piove a secchiate e le raffiche dall’oceano sferzano la strada con una forza tale da far rimpiangere la bora nostrana; quando diventa un’impresa anche solo tenere la moto dritta, decido di rientrare verso l’unico vero centro abitato: Portree.

Neanche a farlo apposta, appena trovato alloggio in un simpaticissimo ostello e messa via la moto, il tempo cambia repentinamente ed esce il sole… non resta che fotografare la baia, scoprire che l'”Oyster Shed” ha una sede anche qui e concludere la serata con un’altra dose di ostriche e una chiacchierata con i tanti studenti cinesi che affollano l’ostello.

Km: 163 (i peggiori  finora)

Il castello Eilean Donan

La baia di Portree

Portree

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