Giorno 17: Karlsruhe – Udine (fine)

I chilometri da fare sono ancora tanti, e l’hotel è nel mezzo della periferia industriale di Karlsuhe (praticamente  nel parcheggio della Siemens) perciò scorci suggestivi nisba. Quindi sveglia presto, colazione robusta (tanto ci ho preso gusto 🙂 ) e una decisa sparata di autostrada per tutta la mattina, fermandosi giusto il tempo di far benzina.

Lo scopo è quello di oltrepassare il prima possibile il solito imbottigliamento tra Monaco e Rosenheim, che per fortuna non è tragico come altre volte… quando finalmente nel primo pomeriggio arrivo in Austria, posso calare un po’ il ritmo e godermi i panorami; la giornata è infatti stupenda, soleggiata e tersa, e tutta l’Austria pare un immensa cartolina.

Una volta imboccata la ormai familiare Felbertauernstraße, è già come essere a casa… Mittersil, Lienz, poi i tornanti del Plockenpass e siamo in Italia, e da lì tutto un dritto per arrivare finalmente sul divano di casa a scrivere quest’ultimo post.

Km: 654. Che portano il totale a nientemeno che 5006! E meno male che il traghetto ha accorciato il tutto… 🙂

Che dire… è  stata dura e il meteo ci ha messo un po’ del suo, ma ne è comunque valsa assolutamente la pena. Un’avventura e un’esperienza memorabile, di quelle che ti portano così  tanto fuori dalla tua “comfort zone”, da cambiarla per sempre.

È d’obbligo ringraziare tutti gli amici incontrati “magicamente” in Belgio (Morghi, Grego, Piccia, Marco, Chiara e Ayla), e le tante gentilissime persone conosciute lungo il percorso, che non leggeranno mai questo post, ma che ricorderò con piacere ogni volta che penserò a questi giorni fantastici.

Vorrei chiudere con una citazione di R. Pirsig:
“questa è una delle cose più difficili da fotografare. […] Il paesaggio è  lì ma quando guardi nel mirino non c’è niente. Appena lo delimiti, scompare.

È la frustrazione ben nota di chi prova a fotografare gli spazi immensi, a catturare le sensazioni che si provano negli enormi glenn o nelle brughiere battute dal vento. Inutile ingegnarsi con tagli e grandangoli, esposizioni e tempi… il problema non è tecnico. Forse, semplicemente, sono sensazioni che non puoi portare a casa in una memory card, ma solamente nel cuore.

Ecco, la Scozia è un paese così, lo porti a casa nel cuore.

Grazie a tutti quelli che mi hanno seguito, e al prossimo viaggio.

La chiesetta di Kiefersfelden, lungo la strada
Bottino di guerra, da condividere con gli amici. 🙂

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